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Il ratto nero (rattus rattus): ratto dei tetti, ratto delle navi

Ratto nero cammina su una trave di legno

Inquadrato tra i mammiferi roditori della famiglia Muridae, il ratto nero o ratto dei tetti, noto scientificamente come Rattus Rattus, figura tra le 100 specie più dannose a livello globale.

Descrizione del ratto nero (rattus rattus)

Aspetto e dimensioni

Un ratto nero adulto tipico ha una lunghezza compresa tra i 12 e i 18 cm, con una coda che aggiunge ulteriori 15-22 cm. Il peso medio si attesta intorno ai 200 g, ma esistono esemplari che raggiungono i 300 g. Di solito, i maschi sono più grossi e robusti delle femmine.

Il ratto nero, caratterizzato da un corpo squadrato e robusto, mostra zampe posteriori più lunghe e robuste rispetto a quelle anteriori. Gli alluci delle zampe posteriori sono ridotti a semplici tubercoli, mentre la parte inferiore dei pollici anteriori presenta anelli a forma di scaglie. Su ciascuna zampa sono presenti cinque cuscinetti nella regione plantare, corrispondenti alle dita.

Il mantello, tipicamente nero, tende a schiarirsi nella parte ventrale. Le popolazioni locali possono presentare variazioni di colore sul dorso e sul ventre, con sfumature bianche, grigie, brune e talvolta azzurrogne. La pelle del tarso e della zampa è glabra e di colore carnicino-nerastro, mentre la coda, coperta di radi peli, è scagliosa e della stessa tonalità delle zampe. Il muso appuntito è privo di peli e di colore rosato, così come le orecchie di media grandezza. Gli occhi sono neri, e sul muso sono presenti vibrisse lunghe e sensibili.

Rispetto al ratto grigio, il ratto nero ha solitamente una corporatura più slanciata. Tuttavia, gli esemplari più piccoli e scuri di ratto delle chiaviche possono facilmente essere scambiati per ratti neri da un osservatore inesperto o distratto. Ci sono comunque notevoli differenze tra le due specie a livello cranico: il ratto nero non presenta le due creste ossee laterali tipiche del ratto grigio, e il cranio è più stretto ed allungato, con orbite oculari di dimensioni maggiori e molari di forma diversa. Le orecchie del ratto nero sono del tutto glabre, a differenza di quelle del ratto delle chiaviche, che sono ricoperte da una fine peluria; sono inoltre proporzionalmente più grandi, arrivando fino a circa metà della dimensione del cranio e coprendo la metà superiore dell’occhio quando tirate in avanti.

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Abitudini, alimentazione e comportamento

I ratti neri formano gruppi misti che includono numerosi individui di entrambi i sessi. Tra i maschi, esiste una gerarchia rigida che influisce sull’accesso al cibo e alle femmine. Le femmine, più aggressive dei maschi, tendono a spostarsi meno all’interno del territorio del gruppo, che di solito si estende per circa un centinaio di metri quadrati. Anche tra le femmine vi è una gerarchia, con due o tre esemplari dominanti rispetto agli altri membri del gruppo, tranne il maschio dominante. I ratti neri mostrano scarsa cura per il proprio territorio e difendono aggressivamente solo le risorse cruciali come il cibo dagli intrusi.

La comunicazione tra gli individui avviene attraverso squittii, mentre i comportamenti dominanti si manifestano attraverso posture specifiche e contatti fisici. Spesso i ratti neri secernono una sostanza oleosa utilizzata per comunicare con gli altri membri del gruppo e come deterrente per gli intrusi, marcando i confini del territorio.

Questi roditori sono attivi in tutte le ore, ma sono più attivi dopo il tramonto. Durante il giorno, riposano in nidi globulari fatti di steli d’erba e foglie, situati spesso in alto, come tra le fronde degli alberi o nei piani superiori degli edifici, soprattutto nelle soffitte, da cui il nome comune “ratto dei tetti”. Raramente scavano tane sotterranee. Per muoversi nelle altezze, utilizzano la lunga coda come contrappeso per mantenere l’equilibrio e prevenire le cadute. Nelle isole Trobriand, i ratti neri utilizzano la coda come esca per catturare piccoli granchi.

A differenza dei ratti delle fogne, il ratto nero si nutre principalmente di cibi vegetali come cereali, frutta e granaglie. Questo comportamento alimentare lo porta a depredare i silos nelle zone rurali e portuali, causando danni significativi poiché contamina il cibo con urina ed escrementi, diventando così un veicolo per numerose malattie, tra cui la leptospirosi. Se necessario, il ratto nero può anche cibarsi di insetti o altri invertebrati, consumando qualsiasi cosa riesca a digerire.

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In media, un ratto nero di dimensioni medie consuma circa 15 grammi di cibo e 15 millilitri di acqua al giorno.

Come disinfestare in modo non violento: la derattizzazione ecologica

La derattizzazione ecologica presenta notevoli benefici sia per l’ambiente che per il benessere degli esseri umani e degli animali domestici. Tuttavia, è un processo complesso che richiede un’elevata competenza professionale.

Come viene effettuata una corretta derattizzazione ecologica

Il processo comprende diverse fasi: inizia con il sopralluogo un’ispezione preliminare dell’area infestata dai roditori per identificare le aree interessate e valutare i potenziali rischi associati. Questi fattori comprendono sia elementi fissi, come le condizioni strutturali degli edifici coinvolti e la presenza di servizi igienici, sia fattori variabili come la manutenzione delle aree e lo stato di igiene, oltre alla presenza di residui alimentari.

Successivamente, viene effettuato un monitoraggio della presenza dei roditori attraverso l’uso di esche alimentari, mentre i comportamenti dei roditori vengono analizzati in relazione all’ambiente circostante e alla struttura degli edifici.

Dopodiché, si procede con interventi specifici sui punti mirati. Le metodologie utilizzate differiscono dalle derattizzazioni convenzionali in quanto possono coinvolgere modifiche strutturali, come ad esempio la chiusura di griglie per impedire l’accesso dei roditori. Queste modifiche possono dimostrarsi più efficaci delle derattizzazioni tradizionali in alcuni casi. Inoltre, il servizio può includere l’installazione di impianti di derattizzazione personalizzati per soddisfare le esigenze specifiche delle aziende, garantendo risultati di controllo altamente efficaci.

Implementando le corrette tecniche di derattizzazione, è possibile affrontare attivamente un’infestazione di roditori fino alla completa eliminazione dagli ambienti.

  • Il primo passo per condurre una derattizzazione professionale è un sopralluogo durante il quale un esperto valuta i rischi presenti nei vari locali dell’azienda. Durante l’ispezione, l’esperto è in grado di individuare segni che possono confermare la presenza di roditori e valutare l’entità dell’infestazione, come impronte, oggetti rosi, escrementi, segni di ingresso, tane occupate o abbandonate, e rumori associati agli animali.
  • Dopo aver valutato la situazione, il professionista sviluppa una strategia mirata per risolvere l’infestazione nel modo più efficace e tempestivo possibile, tenendo conto delle specifiche esigenze dell’azienda.
  • La fase successiva consiste nell’installare trappole, esche e altri dispositivi per eliminare la minaccia.
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Se l’attività aziendale richiede una sorveglianza costante, il servizio di derattizzazione può anche includere l’installazione di tecnologie per il monitoraggio remoto dei roditori o la programmazione di ispezioni di controllo future.

Le principali tattiche e tecniche della derattizzazione professionale

Le maggiori tecniche dell’intervento di derattizzazione, conformi alle pratiche HACCP e quindi adatte soprattutto a strutture come ospedali, scuole, ristoranti, centri commerciali, supermercati, aziende agricole e zootecniche, nonché a residenze, parchi e giardini, includono l’utilizzo di specifici strumenti ed esche in diversi passaggi (step)

Strumenti utilizzati negli interventi di derattizzazione:

  1. Sistema ad esca Ekomille: una trappola a cattura continua e multipla che utilizza sostanze alimentari attraenti per i ratti, senza nocività per persone e animali domestici.
  2. Trasduttore ad ultrasuoni: dispositivo che emette frequenze impercettibili per gli esseri umani ma efficaci nel respingere i ratti agendo sul loro sistema nervoso, senza ucciderli.
  3. Trappole meccaniche: Disponibili in varie forme come carte, strisce o piastre collanti non tossiche, capaci di catturare i ratti in singole o multiple catture.
  4. Trattamenti Rat-proofing: Utilizzo di reti e barriere anti-intrusione per prevenire future infestazioni di ratti.

Passaggi chiave della disinfestazione

  1. Valutazione dell’infestazione: Ricerca di tracce come escrementi, rosicchiature e impronte dei ratti utilizzando polveri traccianti non tossiche.
  2. Localizzazione dei focolai: Identificazione delle zone frequentate e nidificate dai roditori mediante la stesura di planimetrie specifiche.
  3. Posizionamento strategico delle trappole: Installazione delle trappole nei punti critici individuati, come focolai e passaggi frequentati.
  4. Bonifica degli ambienti: Azioni di pulizia e interventi per mantenere l’ambiente privo di attrattivi per i roditori.
  5. Rimozione periodica dei topi: Necessità di svuotare regolarmente le trappole ecologiche dai ratti catturati.

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